extravergine

» Posted by on Dic 18, 2018 in Enogastronomia | 0 comments

extravergine

Mi trovo qui , nella città dell’olio, Vieste.

E come ogni anno in questo periodo pre natalizio è di rito  fare la provvista dell’olio per la mia famiglia oltre all’ acquisto di qualche meraviglioso coccio colorato, e ce ne l’imbarazzo della scelta, come regalo di Natale. L’olio, come il vino è sempre ben accetto nelle case degli italiani quando ti invitano a cena!

Negli anni ho imparato a riconoscere la differenza dei vari tipi di olive presenti sul Gargano: prima fra tutte l’ogliarola garganica dai profumi fruttati con qualche  nota di erba di campo e carciofo, al palato la sensazione è gradevole, vellutata, avvolgente e risulta gradevole anche per via dell’impatto dolce iniziale. L’amaro e il piccante si avvertono subito dopo, ben dosati; la perazzana  da un olio fruttato,leggermente amaro e piccante, con sensazioni prevalenti di erba/foglia e carciofo e leggeri sentori di pomodoro e mandorla fresca. La coratina più presente sul barese dal sapore fresco e vegetale con amaro e piccante intensi e persistenti è un’extravergine con sentori speziati e persistenti, aromi floreali e vegetali di mandorla e rucola.

A settembre  sono stata ospite di un press tour con altri giornalisti stranieri, insieme a loro  la pianta dell’olio è stata studiata in tutte le sue sfaccettature: da pianta da addobbo per gli eventi più importanti, al suo utilizzo come bomboniera. Siamo state informate di come nell’ultimo decennio sia diminuito in Italia l’utilizzo delle  bottiglia trasparente piuttosto che in dame di vetro per far spazio alla lattina e ai bag in box …  Nel frantoio F.lli Vieste  abbiamo imparato anche le fasi di lavorazione dell’olio extravergine. Presso l’agriturismo Biorussi a Carpino invece abbiamo appreso le tecniche di raccolta dell’olio. Un mondo di grande fascino!

 

Durante la recente festa dell’olio di Vieste ho ammirato tra gli stand l’olio non filtrato,  proposto in bottiglie trasparenti da litro, come quelle che da bambini usavamo per fare l’acqua “pizzichina”.

Da un sondaggio che ho trovato online è scaturito che il non filtrato va per la maggiore e per le motivazioni più diverse. Ma credo che in pochi abbiano avuto la possibilità di assaggiare contemporaneamente un olio filtrato e un’olio non filtrato, ottenuto dalle stesse olive e degustato dopo sei mesi di vita!

C’e’ ancora da fare sulla comunicazione dell’olio e l’esito del sondaggio mi fa capire indirettamente che il mondo dell’olio è molto in ritardo rispetto a quello del vino che ha insegnato a molti consumatori  a riconoscere un prodotto cattivo, e continua ancora a lavorare per far meglio conoscere le differenze trai i prodotti di qualità.

Ogni forma di cambiamento culturale è sempre lento e nell’olio le è in modo particolare anche perchè le voci di chi comunica le nuove conoscenze sono tante ma purtroppo non organizzate in un unico coro.

 

 


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